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CONVEGNISTI

 

RIASSUNTI DEGLI INTERVENTI

 

 

Bonavita Lucilla (Università degli Studi ‘Tor Vergata’ di Roma)

La profezia pirandelliana nella novella Mondo di carta

Scopo del presente contributo è quello di porre in luce, attraverso una puntuale analisi del testo, l’attualità della profezia pirandelliana presente nella novella Mondo di carta: se nel romanzo Il fu Mattia Pascal la biblioteca da una parte si trasforma in una stanza della tortura, come una prigione che cristallizza la vita, dall’altra nella novella Mondo di carta emerge l’attualità della profezia della perdita del piacere della lettura e della conseguente morte del libro cartaceo, sostituito dalle nuove tecnologie. Il mondo di carta sta scomparendo.

 

Camarotto Valerio (Università Sapienza di Roma)

La «nostalgia del passato»: Pirandello saggista e Leopardi

Si sonderà l’incidenza leopardiana sulla produzione saggistica di Pirandello, a partire dai primi articoli fino ad Arte e scienza e L’umorismo (1908). L’intento principale è stabilire, tenendo conto della bibliografia sull’argomento, se e in quale modo la lettura dello Zibaldone (edito per la prima volta nel 1898-1900) abbia fornito a Pirandello spunti rilevanti per la riflessione sullo statuto della letteratura e sul rapporto modernità-tradizione.

 

Caputo Rino (Università degli Studi ‘Tor Vergata’ di Roma)

Pirandello, i libri degli Altri e dell’Altro

Attraverso la disamina analitica di alcuni interventi pirandelliani sui libri suoi e degli altri, contenuti in testi significativi come, ad es., Suo Marito/Giustino Roncella nato Boggiòlo, s’intende far risaltare l’inesauribile capacità di Pirandello di instaurare una feconda relazione non soltanto con i riferimenti esterni ma, anche e, talora, soprattutto, coi propri libri sia che siano testi abbozzati, rifiutati o perfezionati. 

 

Carelli Donata (Università degli Studi ‘Tor Vergata’ di Roma)

Serafino Gubbio e il "ragno nero". Traiettorie interstestuali e strategie di riuso

A partire dalla iperpercezione di Serafino Gubbio, si delineeranno traiettorie di utilizzo della produzione pirandelliana, limiti e virtù del processo della transcodifica, come nel caso de "La balia" di Marco Bellocchio, fino alle strategie di riuso consapevole o meno della riflessione pirandelliana sugli automatismi. 

 

Catalano Ettore (Università degli Studi del Salento)

La lettura di Sesso e carattere di Weininger e la sua influenza nell’elaborazione del complesso di Parsifal

Partendo da un celebre libro di Weininger pubblicato nel 1903 (Sesso e carattere), presente nella biblioteca di Luigi Pirandello, come testimoniato da una lettera del Maestro in data 8/4/1930, ripercorrerò l’influenza di quelle pagine nelle linee fondanti della drammaturgia pirandelliana e nell’elaborazione di quell’implosivo “amor platonico” in cui si consuma la trasformazione di Don Giovanni in Parsifal e la scommessa perdente dell’assoluto, preda ormai dei fantasmi pluralizzato del negativo.

 

Costa Simona (Università Roma Tre)

Da Girgenti a Bonn: sondaggi nel fantastico pirandelliano

In linea con le acquisizioni della critica, da Bonaventura Tecchi ad oggi, sulle frequentazioni pirandelliane dei romantici tedeschi, si propongono alcuni sondaggi su autori che, come Jean Paul, Chamisso, Tieck, Heine, getteranno la loro ombra lunga sull’intero percorso del fantastico pirandelliano.  

  

De Liso Daniela (Università degli Studi di Napoli ‘Federico II’)

Il Pirandello di Camilleri, tra la Biografia del figlio cambiato e Lo Stivale di Garibaldi

Il contributo intende esaminare il ruolo di Luigi Pirandello, autore, maestro, interlocutore, nella scrittura di Andrea Camilleri. Il contemporaneo scrittore siciliano ha più volte dichiarato il fascino esercitato dalla figura e dall’opera del più antico conterraneo sulla sua scrittura. Al Maestro ha poi voluto dedicare due contributi, diversamente interessanti, la Biografia del figlio cambiato (Rizzoli, 2010) e un racconto della raccolta La cappella di famiglia e altre storie di Vigata (Sellerio, 2014), Lo stivale di Garibaldi. La lettura intertestuale di questi contributi guiderà alla ricostruzione del ruolo di Pirandello nel moderno racconto della sua Sicilia e del mestiere di vivere dell’uomo, raccontato dalla narrativa contemporanea.

 

Favaro Angelo (Università degli Studi ‘Tor Vergata’ di Roma)

Una biblioteca per i giganti della montagna

 

Frassica Pietro (Università di Princeton)

Donata in scena e fuori scena

L’intervento si propone di prendere in esame il dramma dell’attrice in Trovarsi e il suo trasferirsi dal testo teatrale alla narrativa e al cinema. Alla luce del dispositivo intertestuale verrà evidenziato come le riflessioni di Pirandello sul teatro superino ogni demarcazione dei generi letterari (e artistici), dando vita a veri e propri controcanti ad alta tensione tematico-stilistica.   

 

Giannara Dimitra (Università degli Studi ‘Tor Vergata’ di Roma)

L’uomo dal fiore in bocca recita a soggetto: il caso di Pavlos Matesis

L’uomo dal fiore in bocca è da sempre una delle opere teatrali di Pirandello più rappresentate in Grecia. L’intervento mira ad una lettura intertestuale che, partendo da Pirandello e dal suo atto unico, esamina un universo di creazione artistica straordinariamente dinamico e pieno di sorprese: l’interesse diacronico per questa opera in Grecia e per i suoi adattamenti, con particolare attenzione a quello di Pavlos Matesis che, nel suo esordio nel panorama letterario greco, la riscrive facendola sua. Ne La stazione di Matesis l’Uomo dal fiore vede passare ancora una giornata in fuga dalla realtà, conversando con un altro “pacifico avventore” che lo conduce a nuove scoperte e possibilità di azione.

 

Gieri Manuela (Università degli Studi di Potenza)

Riflessi e spigolature dell’ipertesto pirandelliano nella storia del cinema d’autore italiano degli anni ‘60

Se un ipertesto è un insieme di documenti messi in relazione tra loro per mezzo di concetti chiave e se esso può essere visto come una rete, o, direi, come un rizoma nel quale i ‘documenti’ vengono a costituirne gli snodi essenziali, ecco che l’ipertesto pirandelliano diviene una sorta di ‘cannocchiale rovesciato’ che ci consente di rendere conto della straordinaria messe di testi definiti ‘cinema d’autore’ e che fiorirono in Italia negli anni ’60, rivoluzionando la granmatica e la sintassi della Settima Arte. In tale prospettiva epistemologica, il mio intervento analizzerà il cinema di due grandi autori del cinema italiano degli anni ’60, e cioè Federico Fellini e Michelangelo Antonioni. 

 

Giulio Rosa (Università degli Studi di Salerno)

L'umorismo pirandelliano tra Schopenhauer e Bergson: tracce intertestuali e/o inter-discorsive di una comune Weltanschauung

La relazione si propone l’obiettivo non solo di individuare ma anche distinguere nella concezione pirandelliana di umorismo, a livello teorico e sul piano creativo, le tracce intertestuali da quelle interdiscorsive (o evidenziare un loro eventuale intreccio) in rapporto alle opere di Bergson e di Schopenhauer. Si verificherà pertanto se le idee bergsoniane sul riso (Le rire, 1900), sulla memoria (Éssai sur le données immédiates de la conscience, 1899) e sulla vita come flusso continuo (Évolution créatrice, 1907) abbiano un riscontro diretto in Pirandello o siano da collegare a una comune Weltanschauung, a un medesimo Zeitgeist. Così pure, si controllerà con precisi raffronti testuali se la stessa, netta separazione tra ironia, comico e umorismo, operata sia da Pirandello, in molta parte della sua produzione saggistica e narrativa, sia da Schopenhauer in Die Welt als Wille und Vorstellung (1819), sia da considerarsi, e fino a che punto, un “prelievo” dello scrittore italiano dal filosofo tedesco. 

 

Guaragnella Pasquale (Università degli Studi 'Aldo Moro' di Bari)

Un suicidio compiuto e un suicidio mancato nella novellistica di Luigi Pirandello 

Le figure del riso e della malinconia attraversano con frequenza il <corpus> delle novelle di Luigi Pirandello. L’alternanza di tali figure, o addirittura il loro simultaneo intreccio, sono riconoscibili nella scrittura narrativa dell’autore. In una novella del 1896, <<Sole e ombra>>, si narra di un proposito di suicidio del protagonista, il quale tuttavia ha modo di trascorrere una giornata allegra e ispirata al riso: solo sul far della sera si rassegna, per così dire, a morire. In un'altra novella, <<Il coppo>>, si svolge una situazione simmetricamente 
rovesciata, con il protagonista che si propone anch'egli di morire ma, a conclusione della sua giornata, avendo mancato inopinatamente il suo tristo proposito di suicidio, guarda allegramente alla luna e alle stelle quasi si fosse preso giuoco di loro.

 

Ladrón De Guevara Pedro Luis (Università di Murcia)

Tabucchi allievo di Pirandello: Il fascino dell'identità multiple

Nel monologo “Il signor Pirandello è desiderato al telefono” Antonio Tabucchi mette in bocca dell’attore-Pessoa un giudizio su Pirandello: “a lui interessano le anime in pena. /  A lui, a me, e a gente come voi; gli altri sono sani / e  con le anime in pena si divertono.”  Anime in pena che trovano nell’identità multiple la sua angoscia e la sua salvezza. Come attori si finge per vivere e per essere altri, come personaggi “che si trovano intrappolati, schiavi di un ruolo e di una maschera”, magari attraverso la pazzia, “Ma la pazzia… anche questa si impara”.

 

La Rosa Giovanni (Università degli Studi ‘Tor Vergata’ di Roma)

I Sei Personaggi nell’immaginario di un regista contemporaneo: Ferzan Ozpetek

Nel 1928 lo scrittore agrigentino scrive il “Film-Novelle”, Sex Personen suchen einen Autor, una sceneggiatura in tedesco a due mani con Adolf Lantz, Pirandello racconta l’antefatto al dramma dei Sei personaggi: l’incontro delle persone con l’autore e la loro trasformazione in personaggi teatrali. Nel passaggio dalla scrittura drammaturgica alla versione cinematografica, Pirandello non intende realizzare semplicemente un adattamento ma, piuttosto, una vera e propria riscrittura. Una riscrittura che a distanza di quasi ottanta anni sembra trovare piena consapevolezza nel testo cinematografico di Ferzan Ozpetek Magnifica presenza che ripercorre le tappe delle riscrittura pirandelliana. L’intervento vuole dimostrare come un grande regista abbia recuperato il materiale più nascosto dello scrittore siciliano per creare una nuova forma intertestuale che supera la dimensione letteraria.

 

Leone Marco (Università degli Studi di Salento)

Rinascimento e Barocco nell'opera di Pirandello: categorie storiografiche e richiami intertestuali

L’intervento punta a individuare riprese e influssi della letteratura cinque-seicentesca, soprattutto con riferimento al teatro e alla novellistica di età barocca, nell’opera di Pirandello e nella sua teorizzazione del concetto di umorismo. 

 

Minervini Francesco (Università degli Studi ‘Aldo Moro’ di Bari)

La ragione di Pirandello. Suggestioni settecentesche

Pur non avendo un diretto legame con la cultura e la filosofia del Settecento e dell’Illuminismo, Pirandello sembra accogliere la ragione (la sua epifenomenologia e l’ermeneutica) fra gli elementi costitutivi del pensiero logico e filosofico di cui si consustanzia la scrittura narrativa e quella drammaturgica. Proprio tramite un “ritorno alla ragione”,  il Novecento decreterà invece l’inattualità, l’impossibilità all’uso, l’illogicità stessa del metodo razionale.

 

Nardi Florinda (Università degli Studi ‘Tor Vergata’ di Roma)

“Strazio di libri”. Pirandello legge Cervantes alla luce della “realtà dei nuovi tempi”.

A partire dalle considerazioni affidate da Pirandello alle pagine dell’Umorismo, si intende analizzare come e quanto l’opera di Cervantes sia entrata e abbia influenzato le opere pirandelliane. 

 

Palmieri Rossella (Università degli Studi di Foggia)

Pirandello tra Ibsen e Strindberg

La relazione si pone l’obiettivo di scandagliare il rapporto tra Pirandello e i due autori di spicco della drammaturgia nordica, in particolare per quel che concerne la crisi del matrimonio e della famiglia, nonché la disgregazione sociale. Saranno individuate delle relazioni anche in campo artistico.

 

Roessner Michael (Ludwig-Maximilians Universität München)

Un mondo di libri - libri immaginari e veri, presenti e futuri in Suo marito

Nel romanzo Suo marito Luigi Pirandello fa il ritratto satirico del mondo letterario all’inizio del Novecento. Necessariamente deve parlare della produzione di questi scrittori - e così fa la mini-recensione di libri (propri) che già esistevano nel momento della stesura, di alcuni che scriverà dopo, e di libri totalmente immaginari (come lo farà più tardi) Borges. La relazione presenta ed analizza questi testi (immaginari e reali) cercando anche relazioni intertestuali con altri testi.

 

Salsano Roberto (Università degli Studi Roma Tre)

Pirandello e Manzoni: tangenze e divergenze di modelli letterari nelle prospettive della modernità

L’intervento, considerando, tra l’altro, con particolare riguardo, le due <<premesse>> al Fu Mattia Pascal e visualizzando, in controluce, pur non certo in simmetria, il romanzo pirandelliano e la poetica di Manzoni, intende focalizzare  eventuali somiglianze e differenze di due modelli di scrittura e di idealità letterarie posti agli estremi di uno storico sviluppo culturale compreso tra un contesto in cui a determinate  istanze di modernità sembra sia permesso un certo marchio di affermazione e di prospettiva, ed un contesto nel quale, su un orizzonte di modernismo e crisi dell’Ottocento, si delinea un altro, ma diverso margine, di transitorietà epocale. 

 

Spyridonidis Ilias (Università ‘Aristotele’ di Salonicco)

Tre opere di Luigi Pirandello in una pubblicazione ateniese del 1934

La ricezione letteraria di Luigi Pirandello in Grecia viene costituita in primis dalle traduzioni delle sue opere in neogreco. Il presente studio descrive e analizza una pubblicazione ateniese del 1934 del settimanale Παγκόσμιος Φιλολογική Εγκυκλοπαίδεια del giornale Kathimerini, in cui sono apparse tre opere tradotte da due diversi traduttori. Il Vestire gli ignudi, la Prima notte e il Tabernacolo approdano insieme nel sistema culturale greco in un caso editoriale particolare.  

  

Tsekreli Olga (Università ‘Aristotele’ di Salonicco)

Opere di Luigi Pirandello in libri di apprendimento dell'italiano lingua seconda

La letteratura è una delle molteplici espressioni della cultura di un popolo che l’insegnante di lingua straniera deve prendere in considerazione nella sua pratica quotidiana. Il testo letterario rappresenta una tipologia testuale caratterizzata dall’alta qualità sia linguistica che culturale. È testo ricco, può collocarsi fuori del tempo e perciò rivelarsi sempre attuale, autentico, reale e vivo. Dinamico per la sua natura induce a pensare, a rielaborare in maniera autonoma e così a creare lingua. L’intenzione del presente contributo è quella di tracciare la presenza di opere di Luigi Pirandello in libri di apprendimento della lingua italiana come lingua seconda.

   

Tsima Maria (National Theatre of Northern Greece)

Luigi Pirandello in scena al Teatro Nazionale della Grecia del Nord

L'influenza degli spettacoli al processo teatrale in Grecia

 

Tsolkas Ioannis (Università Capodistriaca di Atene)

Protagora, Pirandello e il vero ... matto

Il relativismo gnoseologico, la frantumazione dell’io, la pazzia, “il doppio”, il dualismo tra l’essenza e la forma pervadono l’opera di Pirandello. Pirandello con la signora Beatrice de Il berretto a sonagli presenta la pazzia come tesi anticonvenzionale e di rivolta alle codificazioni della vita sociale. E “il doppio” emerge in una lettera di Pirandello del 1894 alla fidanzata Antonietta Portulano: "In me son quasi due persone: Tu già ne conosci una; l'altra, neppure la conosco bene io stesso. Soglio dire, ch'io conto d'un gran me e di un piccolo me: questi due signori sono quasi sempre in guerra tra di loro: l'uno è spesso all'altro sommamente antipatico [...]. La relazione presenta gli aspetti più umani dell’opera Pirandelliana, la solitudine umana e la sua disperata incomunicabilità, trovando rapporti intertestuali con altre opere.

 

Valerio Sebastiano (Università degli Studi di Foggia)

“L’agguato dell’allegoria”. La Divina Commedia  tra Croce e Pirandello

Nel 1921 gli studi danteschi di Benedetto Croce culminarono nella pubblicazione del volume La poesia di Dante, destinato a segnare in maniera forte il dibattito sulla Commedia dantesca nel Novecento. Il volume fu subito recensito, con parola assai dure da Luigi Pirandello. Questo intervento intende ripercorrere la questione e guardare a quella polemica nel contesto degli studi danteschi di inizio Novecento. 

 

Zaccaro Giovanna (Università degli Studi ‘Aldo Moro’ di Bari)

Il grottesco in Pirandello e in Chiarelli

Nel 1916 la Compagnia drammatica di Roma mette in scena la commedia "grottesca"- così la definisce l'autore stesso nel sottotitolo - in tre atti La maschera e il volto di Luigi Chiarelli, drammaturgo, narratore, giornalista, pittore, critico teatrale nato a Trani nel 1884, che grazie a quest'opera giunge al successo proprio in virtù della scelta di un genere capace di interpretare e rappresentare i disagi, la crisi della contemporaneità. Chiarelli può quindi ritenersi fautore del grottesco, ma è a Pirandello che deve assegnarsi il ruolo di capostipite. A lui spetta, sostiene l'Angelini,"l'espressione più compiuta di una teoria del nuovo tragico, nel saggio L'umorismo del 1908, come sentimento del contrario che vede il mondo contemporaneamente in modo comico e in modo tragico".

 

Zappulla Muscarà Sarah (Università degli Studi di Catania)

Luigi Pirandello: la “terra natale” e i “libri-anima”

La lezione dei grandi maestri, Verga, Capuana, De Roberto, ha alimentato senza posa il disincantato, amarissimo umanesimo pirandelliano. E per quanto, in gran parte, non si allineino più negli scaffali di casa Pirandello, è possibile evocarli i tanti “librianima”, fervida officina del suo immaginario, dai suoi numerosi scritti, anche quelli critici.

 

Zografidou Zosi (Università ‘Aristotele’ di Salonicco)

Pirandello tradotto in Grecia

Luigi Pirandello e' uno dei letterati italiani del Novecento che sembra godere di una simpatia particolare dal lettore greco e occupa un posto privilegiato nella bibliografia greca. L'autore diventa molto noto in Grecia grazie alle numerose traduzioni della sua opera letteraria, narrativa e teatrale. Non mancano articoli apparsi su giornali, su riviste letterarie e su antologie che contribuiscono alla diffusione della sua opera.

 

Zoras Gherassimos (Università Capodistriaca di Atene)

«La parola pirandelliana tra le perle e le stelle»

Per «scriver libri» ci vogliono delle parole, e perciò il poeta ha «il compito» – come sottolinea Pirandello nella poesia omonima (1910) – di indovinare le parole giuste come se fosse un pescatore che deve «pescar perle nere in fondo al mare». Troviamo lo stesso motivo anche in un suo idillio giovanile, dedicato a una fanciulla greca,  cercatrice di conchiglie sul lido di Porto Empedocle. Nel breve idillio incompiuto – contenuto in una lettera di Pirandello (1886) – la giovane Jole consiglia il Poeta, che cercava «la conchiglia rugiadosa, che / tien la perla in grembo», di non lasciarsi ingannare dallo splendore che il sole attribuisce anche alle conchiglie smorte. Il poeta a sua volta risponde: «O bella Jole, / non sfuggo forse anch’io falsi splendori? / Tu scegli le conchiglie, io le parole». Pirandello, nella poesia «Notte insonne» (1901), abbandona il paesaggio marino e cerca le parole nelle sfere celesti, attribuendo significato metaforico alle stelle e rendendole simboli della propria ispirazione.

 

 

 

16 - 17 febbraio 2017

Apertura alle ore 10.00 - 16 febbraio

 

KEDEA - Research Dissemination Center 

Università 'Aristotele' di Salonicco 

 


  

150o ANNIVERSARIO

DELLA NASCITA DI LUIGI PIRANDELLO

 

  Pirandello International 2017 

'' Pirandello in un mondo globalizzato.

Nuovi approcci nel contesto

dei “cultural turns ”

 
pagina web:

http://pirandello.eu/international2017/

 

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